IL TEMPO DEL GIOCO
Nel clamore attendo il silenzio.
Bimbi distratti in riva al mare
formano segni al tramonto
con i frammenti della memoria.
Le lievi onde della sera
annunciano nel sole morente
la pace dell’oblio.
Celebrano i bimbi in girotondo
la quiete dei loro sogni
sabbia senza nome
sciolta nell’ombra dei giorni che vanno.
Ai bimbi di domani
resta l’ebbrezza del nuovo sole
e la memoria del mare
che occulta i segni
per generare
nel battesimo della prima onda
il gioco del nuovo giorno.
Tacere all’oriente il destino del tramonto
e nascondere alla sera la profezia dell’aurora
questa e’ la necessità del tempo
e il dolore del poeta
che cerca il sole nella notte
e implora le stelle a mezzogiorno.
Un mito
qualche giocattolo
uno specchio lucente
e l’ignara gioia di un bambino;
ma ogni gioco dura fin dove può
e resta la polvere dei segni.
Il vento, delicato
ne dissolve la memoria
lasciando ombre incerte
che cercano all’orizzonte
un sole sconosciuto.
E solo quel vento resta a noi
misere ombre stanche
volontà del cielo e desiderio della terra.
A noi, prossimi al gelo
viene il fremito d’un cuore antico
che, nascosto nel silenzio,
sepolto tra mute pietre,
spira il caldo vento d’una memoria oscura
sogno dell’anima perduta.
Ma il cuore, caldo, sa.
E il vento, forte, può:
il poeta, lacrima solitaria
saluta la sera e attende
la veglia della grande notte.
Caldo è il cuore
e forte il vento
ma hanno tutto e più nulla sentono:
arido è il cuore prigioniero di menzogna
chiuso al canto del vento.
La meraviglia del tramonto
diffonde invano la sua magia
e nel lieve silenzio
le ultime ombre scompaiono nella notte.
Cosa ancora prima del sonno
e quando il calore del sole?
eroica bestia,
noi figli della morte,
canta al riparo della notte la gloria del sole spento
e un ‘inquietante aurora
attende la scomparsa delle ultime stelle
che muoiono per un giorno sconosciuto.
E noi, notturni senza ritorno
volti all’ultimo istante del tempo della povertà
non guardiamo al cielo madre d’astri
e non vi seminiamo la nostra brama;
il silenzio della notte non e più grembo?
Vana è l’attesa dell’aurora?
C’è un nuovo giorno per chi non ascolta il tempo?
In rifugi sensati – gli angeli fuori della porta
giochi di fuochi e di luci,
di parole e colori e suoni
e risa gonfie di sogno e oblio.
Lontano
nel silenzio
una farfalla su un filo d’erba.